Non dimenticare la storia


Als die Nazis die Kommunisten holten, habe ich geschwiegen;
ich war ja kein Kommunist.
Als sie die Sozialdemokraten einsperrten, habe ich geschwiegen;

ich war ja kein Sozialdemokrat.
Als sie die Gewerkschafter holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Gewerkschafter.
Als sie die Juden holten, habe ich nicht protestiert;

ich war ja kein Jude.
Als sie mich holten,
gab es keinen mehr, der protestierte.


Quando i nazisti vennero per i comunisti, io restai in silenzio;
non ero comunista.
Quando rinchiusero i socialdemocratici, rimasi in silenzio;
non ero un socialdemocratico.
Quando vennero per i sindacalisti, io non feci sentire la mia voce;
non ero un sindacalista.
Quando vennero per gli ebrei, non protestai;
non ero un ebreo.
Quando vennero per me, non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.

(Emil Gustav Friedrich Martin Niemöller; Lippstadt, 14 gennaio 1892 – Wiesbaden, 6 marzo 1984)



S-21 - Nella prigione di Pol Pot

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S-21; un romanzo storico, una narrazione viva e potente che porta il lettore in una struttura detentiva istituita dal regime degli Khmer Rossi, una prigione da cui pochi sono tornati, seppur segnati nel corpo e nello spirito, vivi.

IL CUSTODE DI TERRA SANTA - un colloquio con padre Pierbattista Pizzaballa

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FESTIVAL FRANCESCANO 2014 - Rimini, piazza Tre Martiri,SABATO 27 SETTEMBRE - ORE 15.00 Presentazione del libro Il Custode di Terra Santa

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La Disinformazione: la Corea del Nord di Federico Rampini

La Repubblica ha pubblicato un divertente articolo di Federico Rampini (http://viaggi.repubblica.it/articolo/corea-del-nord-ecco-i-turisti/230494?ref=HRLV-19) in cui descrive un viaggio da lui compiuto nel 2007 dicendo di aver visto «I mega-monumenti alla gloria dei tre monarchi del regime (i tre Kim che si sono succeduti dinasticamente), di dimensioni tali che potrebbero essere visibili dalla luna».
È alquanto singolare che Rampini abbia potuto vedere, già nel 2007, quattro anni prima della morte di Kim Jong Il, ben tre mega-monumenti che ritraggono i leader nordcoreani.
Nel 2007, all’epoca del viaggio del nostro inviato, sulla collina Mansudae c’era solo una statua, quella di Kim Il Sung. La seconda statua, quella di Kim Jong Il, è stata aggiunta solo nel 2012, cinque anni dopo la visita di Rampini, mentre ancora oggi non c’è alcuna mega-monumento dedicato a Kim Jong Un, l’attuale leader del Paese.
Rampini dovrebbe, inoltre, attenersi un po’ meno alle leggende metropolitane e un po’ più alla scienza (una sbirciatina al sito NASA non farebbe male ogni tanto) quando afferma che le statue possono essere viste dalla Luna.
Neppure la Muraglia Cinese può essere scorta dal nostro satellite, figuriamoci statue, per di più non ancora costruite… http://www.nasa.gov/vision/space/workinginspace/great_wall.html.
Suggestiva l’immagine del contadino “patriota” che rincorre il prode inviato speciale di La Repubblica con il forcone per difendere la patria da un’ipotetica avanguardia di attacco statunitense. La «paranoia diffusa per la propaganda martellante sull'aggressione imminente da parte della Corea del Sud e del suo alleato americano» è scomparsa da anni in Corea del Nord. Gli organi di informazione statali, consci che quasi tutte le famiglia nordcoreane posseggono, seppur clandestinamente, una radio che può captare programmi cinesi, hanno praticamente smesso di descrivere il Paese confinante come una nazione affamata e sottosviluppata. E, a meno che la CCTV (la televisione cinese) e le radio cinesi non abbiano creato un apposito canale dedicato esclusivamente a diffondere notizie per i nordcoreani, la maggior parte dei cittadini del Nord sa come si vive in Corea del Sud. I DVD delle soap opera sudcoreane, in vendita nei mercatini privati ormai presenti in quasi tutti i distretti, spopolano e la sera tengono i nordcoreani incollati agli schermi dei televisori di importazione cinese.
I sessantamila nordcoreani che lavorano a stretto contatto con dirigenti sudcoreani nel centinaio di ditte di Seoul che hanno fabbriche al Nord, non possono evitare di condividere opinioni e immagini con i loro colleghi del Sud.
Infine, quello che Rampini definisce «improvviso benvenuto agli stranieri» parlando del boom turistico, è un fenomeno in atto già dal 2010. Le agenzie di viaggio che organizzano viaggi in Corea del Nord sono decine, tra cui alcune anche in Europa e nella stessa Italia.
Rampini ci aveva già dimostrato la sua giornalistica preveggenza grazie ai reportage dal Myanmar, con analisi superficiali tutte rivolte a lodare acriticamente Aung San Suu Kyi e la Lega per la Democrazia, oggi entrambe in grave crisi per la scarsa capacità politica della prima e la corruzione che ha infettato la seconda.
Ora, visto che gli astroarticoli sul Paese del Sud Est Asiatico del sagace inviato speciale si sono dimostrati poco professionali, ci riprova con la Corea del Nord.

Con scarsi risultati anche qui, a quanto pare.

Copyright ©Piergiorgio Pescali

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